Plastica: Miti e Fatti | Jolly Plastic

Solo in poche occasioni è possibile evitare gli imballaggi. Basti pensare ad esempio al trasporto in sicurezza di prodotti come la mozzarella e alcuni tipi di frutta come le more e i lamponi. Il packaging ha la funzione essenziale di proteggere il prodotto durante i suoi spostamenti e di preservarlo più a lungo nel tempo, riducendo così gli sprechi alimentari.

Se tutto il petrolio e il gas prodotti fossero destinati a produrre plastica, l’esaurimento delle risorse per la sua produzione sarebbe un problema lontano: a oggi meno del 4% di petrolio e gas estratti sono indirizzati alla produzione di plastica.

Gli scenari futuri stanno aprendo la strada verso un percorso diverso, fatto di un crescente ricorso a fonti rinnovabili non petrolifere per la produzione di plastica, di un utilizzo del riciclo meccanico e del nascente riciclo chimico: anche come risorsa strategica europea a fronte della progressiva “de-chemicalizzazione” del Vecchio Continente.

Nel 2018 la capacità produttiva di bioplastiche a livello globale ha toccato i 2,1 milioni di tonnellate mentre In Italia la produzione ha visto un incremento del 21% rispetto al 2017, per un totale di 88.500 tonnellate. Secondo uno studio del Nova-Institut sulle bioplastiche entro il 2023 la produzione di bioplastiche per gli imballaggi riuscirà a coprire meno del 10% del totale realizzato con plastiche “tradizionali”. Già oggi esistono comunque nicchie di mercato in cui le bioplastiche possono essere impiegate efficacemente.

Niente di più sbagliato! Tutte le materie plastiche sono riciclabili, basti pensare che in Italia nel 2019 sono stati riciclati il 70% dei rifiuti di imballaggio: 9 milioni e 560mila tonnellate a fronte di un totale di 13 milioni e 655mila prodotti.

Jolly Plastic produce ormai da anni film riciclabili e tutti gli scarti della nostra produzione vengono rigenerati internamente, rendendo il nostro processo produttivo completamente circolare.

La plastica può non piacere ma presenta alcune caratteristiche fisiche esclusive, come la resistenza, la saldabilità, la resilienza, il peso ridotto e l'impermeabilità, che la rendono in molte situazioni insostituibile. Inoltre, in alcuni casi la sua sostituzione con altri materiali può aumentare sensibilmente l'impatto ambientale.

Ad esempio un recente studio della BBC ha dimostrato che i sacchetti di carta e di cotone possono in realtà essere peggiori per l'ambiente rispetto a quelli di plastica riciclati. Per produrre una busta di carta occorre un dispendio di energia maggiore rispetto a una di plastica. Ancora peggio il caso del cotone che oltre a un dispendio elevato d'acqua, richiede una coltura intensiva che rende l'impatto ambientale delle coltivazioni notevole.

E anche considerando la riusabilità delle tre soluzioni, per essere ugualmente rispettose dell'ambiente, per ogni sacchetto di plastica riciclato, un sacchetto di carta dovrebbe essere usato almeno 3 volte, mentre un sacchetto di cotone deve essere usato perlomeno 131 volte.